Come lavoriamo
Attenti e presenti per ogni fase della produzione, dalla vigna alla bottiglia
La nostra cantina, volutamente di piccole dimensioni, segue la filosofia della gestione interamente familiare.
Ogni attimo del percorso che traduce l’uva in vino viene deciso e portato a compimento da me e mia moglie, perché nulla ci passi inosservato.
Siamo al tempo stesso produttori e consumatori: in parole povere, non è nostro interesse produrre ciò che vende, ma ciò che merita e piace, a noi per primi!
Come riconoscere un buon vino del Roero? Guarda cosa stappa il produttore a casa sua!
In vigna
Rispetto e riconoscenza
Alla terra noi dobbiamo tutto: da lì traiamo il nostro sostentamento e le soddisfazioni di un lavoro ben fatto. Se la avveleniamo, la sfruttiamo oltre il suo potenziale o se la affatichiamo non può darci frutti di qualità.
La filosofia che applichiamo nel mantenimento delle nostre piante è la stessa che usiamo su noi stessi: non crediamo nelle medicine, ma all’occorrenza, se ci ammaliamo e abbiamo bisogno di antibiotici, ci curiamo. Così con la vigna: anziché riempirla di sostanze nella speranza che non si ammali mai ce ne prendiamo cura con estrema attenzione, per poi trattarla quando insorgono problemi.
Ad oggi contiamo 3 ettari e mezzo di vigna, in cui applichiamo i principi della lotta integrata, ma non siamo certificati biologici. Perché? Semplicemente perché non vi è alcun bisogno di una certificazione se il vino porta in sé tutte le risposte.
Le analisi chimiche dei nostri vini parlano chiaro: siamo biologici anche senza doverlo dichiarare! I livelli di solforosa in uscita sono infatti pari a un vino certificato, provare per credere.
In cantina
Si decide di anno in anno
La stessa mentalità si ripropone in cantina: trattandosi appunto di una piccola produzione, ogni raccolto viene gestito individualmente. Questa è la fortuna di realtà come la nostra, che non devono presentare ogni anni vini uguali a quelli precedenti.
La conoscenza maturata e trasmessa dalle generazioni passate ci dà la possibilità di comprendere le caratteristiche di una determinata vendemmia e vinificare di conseguenza. Lasciate che approfondisca.
Sì al legno, ma quale?
La quasi totalità dei nostri rossi fa un passaggio in botte piccola: o barrique (di secondo passaggio) o tonneaux (nuova). Oltre alle dimensioni della botte, un’altra scelta che facciamo è quella del legno di rovere francese da utilizzare, tra Fontainebleau o Allier, due tipologie di origini diverse che influenzano il vino in modo differente.
Nella pratica: se l’intento è quello di dare una maggior morbidezza, arrotondare un tannino particolarmente aggressivo, sceglieremo di utilizzare il Fontainebleau. L’Allier si addice invece ai vini nei quali vogliamo preservare la rigidità del tannino, rendendolo più deciso.
Il lavoro al servizio dei nostri ideali
La nostra produzione attuale si aggira intorno alle 15.000 bottiglie annue, realizzate unicamente con l’uva delle nostre vigne. Intendiamo crescere, ma solo finché rimanga possibile
una gestione interamente familiare: non è, e non sarà mai nostra intenzione diventare una cantina di grandi dimensioni, snaturando la nostra essenza. La filosofia aziendale viene prima.
Vignaioli indipendenti: l’associazione che sposa la nostra filosofia
Io, Francesco, sono uno tra i quasi 1500 soci di FIVI, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.
Si tratta di un’associazione che mette al centro il vignaiolo, inteso come figura che rappresenta l’intera filiera: dal profondo legame con il territorio, di cui si sente custode, fino al bicchiere, di cui è garante in rapporto diretto con il consumatore finale. Questa filosofia è interamente compatibile con la mia idea di lavoro, che intendo preservare nel futuro.
Ultimo dato, ma non per importanza: la FIVI dà la possibilità ai suoi soci di acquistare una parte di uva o vino, libertà della quale noi non approfittiamo, vinificando unicamente le nostre uve, in purezza.